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Fino ad oggi non vi avevamo ancora parlato della nostra missione di Pasqua perché abbiamo preferito dare spazio alle immagini che spesso valgono più di tante parole. A dire il vero non lo abbiamo fatto prima perché in qualche modo avevamo paura dei nostri sentimenti ricordando quei bambini, i loro abbracci, e purtroppo i loro sguardi quando ci siamo congedati da loro. Chi ci segue sa come ci siamo organizzati: abbiamo chiesto ai bambini ospiti di un orfanotrofio di Kilis di mandarci una loro lista dei desideri, una sorta di lettera a “Babbo Natale” come si usa qui da noi, poi abbiamo mobilitato i nostri sostenitori ed amici per raccogliere le cose  che ci avevano chiesto.  I loro desideri erano gli stessi di tutti i fanciulli della loro età ovvero biciclette, macchine telecomandate, bambole parlanti e vestiti da principessa. La richiesta dei vestiti da principessa ci ha molto colpito in quanto faceva emergere una particolare voglia di fuggire dalle brutture che sono costrette a vivere da molti, troppi anni. Come sempre in passato la vostra generosità è stata a dir poco commovente tant’è che abbiamo dovuto scegliere cosa portare con noi in missione e cosa invece spedire con il prossimo container . L’emozione è stata forte soprattutto quando appena arrivati ci siamo resi conto che si ricordavano di noi dall’ultima visita e ci hanno dimostrato il loro affetto come solo i bambini sanno fare. Emozione che si è ripetuta e amplificata vedendo i loro volti mentre scoprivano che i loro desideri erano stati esauditi e che noi eravamo lì proprio per quello: per esaudire i loro desideri. E’ stato davvero un bagno di affetto e di gioia che avrete senz’altro condiviso scorrendo le foto che man mano abbiamo pubblicato per rendervi partecipi  della  grande gioia del momento. La missione, pur essendo breve, non si è limitata a questa visita ma abbiamo cercato di approfondire i nostri rapporti con l’associazione che si prende cura di queste famiglie il cui responsabile ci ha fatto visitare la struttura e parlato delle loro difficoltà, soprattutto economiche. Abbiamo anche avuto modo di visitare alcune famiglie appena arrivate dalla Siria e siamo rimasti sbigottiti dalla sistemazione che il governo turco riserva loro. Siamo rientrati con la certezza che il legame che abbiamo costruito con questi bambini non si spezzerà facilmente e vi terremo informati su eventuali loro necessità per soddisfare le quali saremmo costretti a chiedere il vostro aiuto. Ieri l’altro ci sono arrivate le foto che vedete e il riceverle ci ha fatto capire che è impossibile davvero dimenticarsi di loro. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento di questa missione che per noi sarà impossibile da dimenticare. Grazie di cuore.

 

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