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https://www.change.org/p/onorevole-paolo-gentiloni-ministro-degli-affari-esteri-e-della-cooperazione-internazionale-onorevo-immediati-aiuti-umanitari-sul-confine-turco-siriano-e-fine-dei-bombardamenti?recruiter=26712266&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink

OGGETTO: Lettera aperta in merito ai rifugiati siriani lungo il confine turco-siriano e dell’area a nord di Aleppo

Egregi Signori, siamo un gruppo composto da organizzazioni impegnate negli aiuti umanitari verso la popolazione siriana e da singoli individui che si preoccupano del tragico peggioramento della condizione umanitaria in atto lungo il confine tra la Repubblica Araba Siriana e la Turchia. Con la presente intendiamo esprimere la nostra preoccupazione, la nostra protesta e la nostra denuncia, ma sopratutto l’invito all’azione urgente di fronte all’aggravarsi della crisi già preesistente in Siria. L’emergenza di questi giorni interessa in particolar modo la zona a nord di Aleppo, lungo il confine turco-siriano, vicino al posto di frontiera di Bab Al Salam, dove negli ultimi giorni sono affluite decine di migliaia di civili siriani, secondo quanto riportato dai notiziari e dalle testimonianze dei nostri collaboratori in loco.
Questa nuova ondata è stata causata principalmente dai martellanti bombardamenti delle forze aeree russe, dell’artiglieria e dall’avanzata delle forze leali al presidente siriano Bashar Al Assad in cooperazione con le milizie confessionali sue alleate, sponsorizzate in buona parte dalla Repubblica Islamica di Iran.
Questo nuovo inasprirsi degli attacchi è contrario allo spirito promosso dalla Risoluzione 2254 delle Nazioni Unite del 19 dicembre 2015, che cercava una soluzione politica al conflitto e prevedeva come primo passo un cessate il fuoco. Il processo di pace messo in moto da tale risoluzione dovrebbe riprendere il 25 febbraio a Ginevra, ma la situazione attuale rischia di comprometterne ogni possibilità di successo.
L’offensiva allo stesso modo contraria al diritto umanitario internazionale ed alla IV Convenzione di Ginevra inerente la protezione dei civili in tempo di guerra. Stando alle testimonianze ed alle immagini che arrivano dalla Siria, i principali bersagli dei suddetti bombardamenti sono in larghissima maggioranza le aree residenziali, le infrastrutture civili. Non sono state risparmiate neanche le strutture sanitarie e scolastiche. Più dell’ 80% degli attacchi riguardano aree lontane decine di km dai territori sotto il controllo dell’organizzazione terroristica che si definisce “Stato Islamico”.
Le testimonianze dei civili siriani, in maggioranza donne e bambini, descrivono condizioni disperate, anche a causa delle condizioni climatiche proibitive. Molti sono bloccati nella “terra di nessuno” perché il confine turco, a differenza di quello siriano, rimane chiuso. Nella suddetta zona sono state allestite numerose tende, ma servizi igienici, acqua, cibo e riscaldamenti sono del tutto insufficienti.
Riteniamo che nessun processo di pace possa essere credibile mentre proseguono gli attacchi e gli assedi a danno dei civili, vi chiediamo quindi di fare tutto quanto in vostro potere per raggiungere questi risultati e di prevenire la nascita di una nuova enorme tendopoli tra Turchia e Siria.

Di fronte a questa tragica situazione, chiediamo che vi attiviate immediatamente, in virtù e nei limiti dei vostri ruoli istituzionali, in favore di quanto segue:

• Applicazione immediata delle risoluzioni ONU, a partire dalla 2254, che prevedono la sospensione dei bombardamenti sui civili, la creazione di corridoi umanitari e l’immediato approvvigionamento di beni di prima necessità ai civili ammassati lungo il confine. Questo nell’interesse del processo di pace di cui la stessa Federazione Russa è tra i principali promotori.
• Apertura urgente del confine turco per consentire il passaggio ai rifugiati, come sollecitato anche dai ministri degli esteri dell’ Unione Europea riuniti ad Amsterdam sabato 6 Febbraio. A tal proposito, ricordiamo che l’UE ha destinato tre miliardi di euro al Governo turco per consentire l’accoglienza dei rifugiati, quattrocento milioni dei quali a carico della Repubblica Italiana.

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